MANNA
La vigna vecchia di Brattirò è il primo nucleo dell'azienda.
Si tratta di un vigneto di circa quarant'anni, come si usava all'epoca, multivarietale di uva a bacca nera: Magliocco, Gaglioppo, Malvasia e Greco.
Questo ecosistema di biodiversità viene costantemente controllato e analizzato viste le diverse maturazioni delle cultivar cosi da poter scegliere il periodo migliore per la vendemmia e restituire intatti i sapori veri di un tempo.
Restaurato a partire dal 2015 con una potatura drastica e la selezione dei tralci migliori che ha dato nuova vita alle vecchie piante, oltre alla sostituzione di pali e fili: con una sorprendente scoperta: un più giovane e piccolo vigneto di cabernet sauvignon, che ammorbidisce la durezza dei vitigni calabresi.
Brattirò: la vigna nuova di magliocco canino.
Accanto alla vigna vecchia ecco, però, la vigna nuova: due magnifici impianti di magliocco canino, vitigno autoctono e tradizionale per un vino in purezza, con tutte le caratteristiche di luce e profumi del nostro territorio.
SCIALLE
A un chilometro in inea d'aria dal fondo "Manna" di Brattirò, in agro del Comune di Drapia, ecco il fondo "Scialle": uno scrigno di quindici ettari, protetto da un bosco che lo circonda e che racchiude autentici gioielli: storici vigneti ad alberello (rari vitigni autoctoni e "mangiaguerra"), un oliveto di alcuni ettari, con alberi centenari, piccoli frutteti ed una serie di casali, tra i quali il bellissimo "Casino di Scialle". Rispettando la rotazione delle colture vengono seminati, sempre con metodologie di coltivazione biologica, in vasti pianori grano, favino, fieno, cipolle di Tropea e altri ortaggi.
Il Casino di Scialle conserva al suo interno un antico e razionale palmento e costituirà il nucleo centrale dell'agriturismo (futuro prossimo).
Nel fondo di Scialle c'è anche la nostra cantina, cuore pulsante di tutta l'azienda.
FORESTA
Sull'altopiano del Monte Poro a partire da un'altezza di oltre 700 metri sul livello del mare, c'è la nostra proprietà più vasta: ha. 125 tra i Comuni di Nicotera e di Joppolo.
Sulla montagna alta sopra Nicotera, in un clivo di una decina di ettari che guarda a mezzgiorno, dritto verso lo Stretto di Messina, un nuovo impianto di vigneto, laddove nessuno aveva mai osato coltivre l'uva: tre ettari e mezzo di uve Pecorello e Malvasia bianca per una viticultura che viene definita eroica.
All'ombra dell'antica masseria (altro gioiello da restaurare) un panorama incredibile: il vigneto ai nostri piedi, con la piana ed il porto di Gioia, che dall'alto sembra una laguna, il Monte Sant'Elia sopra Palmi, Scilla e Caridi ed i due piloni dell'elettricità ben visibili anche da questa distanza. Su tutto, nelle gionate con l'aria più limpida, l'Etna, sempre innevato, che sovrasta e domina tutto.